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FPC e ISO 9001: le differenze  

 

Se si mettono a confronto la certificazione FPC e quella del Sistema di Gestione per la Qualità norma UNI EN ISO 9001, si evidenzia le differenze e gli obblighi del settore del calcestruzzo preconfezionato nell’ambito del controllo del processo di produzione. 

                                                       FPC                            ISO 9001

Cos’è?

È un sistema di controllo interno permanente della produzione effettuato dal fabbricante e documentato sistematicamente al fine di garantire una comune interpretazione delle garanzie di qualità e permettere di ottenere le caratteristiche richieste per un prodotto (art. 7 del d.p.r. 246/93).

È un sistema di gestione pensato per tenere sotto controllo i processi aziendali indirizzandoli alla soddisfazione del cliente

È una certificazione obbligatoria?

Sì, è una certificazione obbligatoria per tutti gli impianti di produzione di calcestruzzo preconfezionato con processo industrializzato (ai sensi del d.m. 14/09/2005)

No, è una certificazione volontaria

Quali sono le norme di riferimento per l’implementazione del sistema?

“Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato” edite del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Serie ISO 9000, in particolare UNI EN ISO 9001 “Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti”

Chi certifica?

Un Organismo terzo indipendente autorizzato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Un Organismo terzo indipendente

Qual è l’oggetto della certificazione?

Il Sistema FPC del singolo impianto di produzione

Il SGQ dell’impresa che può comprendere anche i singoli impianti di produzione (il cui elenco è riportato all’interno del certificato)

A quale struttura si riferisce la certificazione?

Al singolo impianto di produzione industrializzata

All’intera impresa

 

L’impianto certificato: organizzazione

Il sistema di controllo della produzione si articola principalmente sui seguenti requisiti generali:

- organizzazione aziendale

- prescrizioni per il calcestruzzo

- caratteristiche dell’impianto di betonaggio e del processo produttivo

- controllo di produzione e del prodotto

Il sistema sarà così documentato e descritto, attraverso un manuale costituito da procedure e/o istruzioni di lavoro, da documenti di registrazione dei dati significativi, a supporto e testimonianza di un controllo permanente della produzione da parte del fabbricante, archiviati per non meno di due anni. 

I requisiti minimi che un’Azienda, produttrice di calcestruzzo, deve possedere per attuare un Sistema di Controllo della Produzione:

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE (risorse umane e ruoli funzionali)

organigramma nominativo

Mansionario che includa le figure di: Direttore, Responsabile del Controllo Qualità, Tecnologo del calcestruzzo, Responsabile della Produzione, Operatore di impianto, Autista, Delegato ai controlli al momento della consegna, Addetto alla pompa

Pianificazione delle attività di formazione e addestramento

 

PRESCRIZIONI PER IL CALCESTRUZZO

(identificazione e specifiche del calcestruzzo che si produce)

Per produzione di calcestruzzo a prestazione garantita:

        indicazione della classe di Resistenza caratteristica (Rck o fck), della classe di esposizione ambientale, della classe di consistenza (indicando il relativo metodo di misura), del diametro massimo nominale dell’aggregato

Per produzione di calcestruzzo a composizione richiesta (da non confondersi con il calcestruzzo a dosaggio):

indicazione dettagliata della composizione: dosaggio del cemento, tipo e classe di resistenza del cemento, diametro massimo nominale degli aggregati, composizione granulometrica della miscela degli aggregati, tipo e dosaggio dell’eventuale additivo e/o aggiunta, classe di consistenza o rapporto acqua/cemento    

 

CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI BETONAGGIO E DEL PROCESSO PRODUTTIVO (depositi, infrastrutture, apparecchiature, strumenti e mezzi)

Luoghi di stoccaggio ben identificati e idonei al contenimento della materia prima (setti di stoccaggio a terra, silos, cisterne, tramogge, …..)

Apparecchiature di dosaggio dei componenti (bilance, contalitri, contaimpulsi, dosatori volumetrici, ….) in grado di realizzare e mantenere le tolleranze indicate dalle Linee Guida

Programma dei controlli/tarature degli strumenti/apparecchiature utili al dosaggio dei componenti

Piano di manutenzione ordinaria dei macchinari e dei componenti soggetti ad usura, comprese le autobetoniere e l’eventuale premescolatore

Registrazione, per ogni carico, del quantitativo d’acqua d’impasto che compensa la percentuale d’umidità presente negli aggregati

Indicazione sul DDT dell’ora di carico dell’autobetoniera

 

CONTROLLO DI PRODUZIONE E DEL PRODOTTO

(apparecchiature, strumenti e laboratori di prova e controlli)

Scadenziario delle prove da effettuare sulle materie prime prima del loro impiego 

NB: è consentito solamente l’impiego di materie prime munite di certificati di conformità secondo le Norme Armonizzate europee per la marcatura CE

Scadenziario dei controlli periodici da effettuare sulle materie prime in produzione

Metodo di progettazione delle miscele di calcestruzzo

Scadenziario dei controlli periodici sul calcestruzzo fresco e indurito

Strumento d’analisi statistica in uso per identificare la resistenza media di riferimento per ogni mix design e lo scarto quadratico medio

Apparecchiature e strumentazioni di laboratorio in grado di effettuare le prove/misurazioni richieste (comprese quelle per testare calcestruzzi speciali)

Programma dei controlli/tarature degli strumenti/apparecchiature di laboratorio

Rilevazione sistematica delle Non Conformità  

Identificazione della persona, se diversa dal Direttore, responsabile dei provvedimenti assunti per il ripristino delle anomalie  

Nota: è ammesso affidare, purché in forma continuativa, l’autocontrollo (su calcestruzzo e materie prime) ad una struttura esterna qualificata.

 


 

La marcatura CE per i conglomerati bituminosi

 

Il periodo transitorio è iniziato il 1°marzo 2007 e si concluderà 

il 1° marzo 2008.

 

 

ABICert è notificato 

 

per il rilascio della  certificazione

Le norme armonizzate di riferimento sono la serie UNI EN 13108, parti da 1 a 7. Di particolare importanza per il mercato italiano sono i prodotti coperti dalle norme UNI EN 13108-1:2006 "Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 1: Conglomerato bituminoso prodotto a caldo", UNI EN 13108-5:2006 "Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 5: Conglomerato bituminoso antisdrucciolo chiuso" e UNI EN 13108-7:2006 "Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 7: Conglomerato bituminoso ad elevato tenore di vuoti", noto anche come conglomerato bituminoso drenante.
Le caratteristiche essenziali ai fini della marcatura CE sono riportate nel mandato M/124 "Prodotti per la costruzione di strade".

Alcune osservazioni sul prodotto specifico:

Approccio fondamentale e approccio empirico: la direttiva 89/106/CEE e il mandato M/124 hanno un approccio di tipo prestazionale, ovvero richiedono che un prodotto sia descritto nelle norme tecniche in base alle sue prestazioni piuttosto che in base ai materiali costituenti. Tuttavia, per i conglomerati bituminosi, lo stato dell’arte non è tale da permettere di prevedere le prestazioni del prodotto finito sulla base di prove condotte in laboratorio per tutte le famiglie di prodotto. Pertanto, tutte le norme di prodotto sono state elaborate seguendo il sistema empirico (requisiti della granulometria e del legante, più altri requisiti misurati con metodi di prova empirici): solo per conglomerati bituminosi a caldo e conglomerati bituminosi chiodati è stato possibile inserire come alternativa anche il sistema fondamentale.

Resistenza allo slittamento: la resistenza allo slittamento è una caratteristica dello strato superficiale di una pavimentazione che dipende da una serie di proprietà intrinseche della miscela che danno luogo alla macrotessitura e alla microtessitura della pavimentazione, oltre che dai metodi utilizzati per la posa in opera e la compattazione, da trattamenti successivi e dalle condizioni climatiche. Per la determinazione della caratteristica essenziale "resistenza allo slittamento" sono state identificate le seguenti caratteristiche:

resistenza alla levigazione degli aggregati grossi;

superfici frantumate e rotte negli aggregati grossi;

angolarità degli aggregati;

 dimensione massima degli aggregati;

composizione della miscela bituminosa (proporzione dell’aggregato grosso, contenuto di legante, contenuto di vuoti, proprietà reologiche del legante).

Conducibilità idraulica: la conducibilità idraulica ha acquistato importanza nel campo della costruzione di strade quando è iniziato lo sviluppo di un materiale che riducesse il fenomeno dell’acqua planing (conglomerato bituminoso ad elevato tenore di vuoti), ed è pertanto stata considerata pertinente solo per il prodotto descritto nella UNI EN 13108-7.

Assorbimento del rumore: una pavimentazione avente un elevato tenore di vuoti e una particolare struttura dei vuoti solitamente può contribuire ad assorbire il rumore generato dall’autovettura e dal contatto del pneumatico con la strada. Questa caratteristica è infatti stata considerata pertinente solo per i conglomerati bituminosi ad elevato tenore di vuoti (drenante).

Durabilità: si richiede che le caratteristiche di un prodotto si mantengano per un ragionevole periodo di tempo. Questa richiesta è di particolare interesse per le pavimentazioni stradali che sono esposte agli effetti del traffico e del clima (ossigeno, luce, acqua), in funzione dell’esposizione della strada, della progettazione strutturale, delle proprietà della miscela e dei suoi costituenti, della posa in opera delle compattazione del materiale.
In riferimento alla durabilità, sono indicate le seguenti caratteristiche della miscela:

        - composizione e contenuto di vuoti;

        - sensibilità all’acqua;

        - resistenza all’abrasione da parte di pneumatici chiodati;

        - temperatura della miscela;

        - valori Marshall;

        - rigidezza;

        - resistenza alla deformazione permanente e alla fatica.

 


Qualificazione Centro di trasformazione 

Acciaio per cemento armato

 

11.3.1.7 Centri di trasformazione 

Si definisce Centro di trasformazione un impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive lavorazioni.

omissis.... 

Il trasformatore deve dotarsi di un sistema di controllo della lavorazione allo scopo di assicurare che le lavorazioni effettuate non comportino alterazioni tali da compromettere le caratteristiche meccaniche e geometriche dei prodotti originari previste dalle presenti norme. Il sistema di gestione della qualità del prodotto, che sovrintende al processo di trasformazione, deve essere predisposto in coerenza con la norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da parte di un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che opera in coerenza con la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006.

E' fatto obbligo a tali centri di nominare un Direttore Tecnico dello stabilimento che opererà secondo il disposto dell’art. 64, comma 3, del DPR 380/01. I centri di trasformazione sono tenuti a dichiarare al Servizio Tecnico Centrale la loro attività, indicando l’organizzazione, i procedimenti di lavorazione, le massime dimensioni degli elementi base utilizzati, nonché fornire copia della certificazione del sistema di gestione della qualità che sovrintende al processo di trasformazione.

 

 

Testo unico 

Norme Tecniche per le costruzioni

 

da pag. 1 a pag. 130

da pag. 131 a pag.266

da pag. 266 a pag. 405

 

 

 

Inviare a info@abicert.eu un messaggio di posta elettronica per qualsiasi richiesta